1976-Praxim naturaliter praecedit aliqua intellectio.

«1976»


Cile, 1976. Uno dei momenti più sanguinosi della durisissima dittatura di Augusto Pinochet, tre anni dopo il colpo di stato militare. Carmen (Aline Küppenheim) va a supervisionare la ristrutturazione della casa di famiglia al mare. Il marito Miguel (Alejandro Goic), un medico affermato, i figli e i nipoti vanno e vengono durante le vacanze invernali. Carmen ha tutte le caratteristiche di una moglie e madre benestante del ceto alto-borghese, è colta e raffinata, indossa abitualmente una collana di perle, cachemire e scarpe eleganti. Si adatta con rassegnazione al ruolo che le riservano la propria classe agiata e conservatrice e una società patriarcale maschilista, venendo insomma trattata dalla famiglia come una sorta di madre-custode e fiore all'occhiello. "Mamma è diventata un'insegnante di letteratura", ironizza la figlia a proposito del fatto che Carmen legga racconti agli abitanti ciechi del villaggio, come se il fatto che Carmen possa avere un lavoro di qualsiasi tipo non sia altro che uno scherzo.
Eppure, mentre Carmen sta decidendo se un certo colore rosso tramonto sia la scelta giusta per ridipingere un muro, la repressione di Pinochet continua a gettare nell'oceano i prigionieri politici incatenati, anche vicino a casa sua.
Facendo appello alla coscienza cristiana di Carmen - "è come un Cristo affamato", le dice per convincerla - il parroco locale Padre Sánchez (Hugo Medina) le chiede di occuparsi di un giovane con una brutta ferita d'arma da fuoco ad una gamba, Elías (Nicolás Sepúlveda), a cui sta dando segretamente asilo. Carmen sospetta subito che si tratti di un oppositore politico del regime, ricercato dalla polizia, ma decide comunque di aiutarlo. Da quel momento la sua vita e il suo senso di identità cambieranno per sempre, fino a una cruda resa dei conti...

 
«Un debutto impressionante e commovente (...), i personaggi, gli intrighi hitchcockiani e l'eccellente interpretazione della protagonista Aline Küppenheim danno vita ad un racconto teso e coinvolgente.» 
— Screen International

«La storia di Carmen è una storia autenticamente femminile, raccontata da Manuela Martelli e dalle altre
donne che hanno lavorato al film con una comprensione delle emozioni che un regista uomo non potrebbe mai raggiungere.» 
— International Cinephile Society

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